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Ciao,

Mi chiamo Vittoria Vardanega, sono una giornalista ed economista. Scrivo soprattutto di salute, scienze e disuguaglianze, e mi occupo spesso di temi collegati alla libertà riproduttiva e alle sostanze stupefacenti, coprendo ad esempio la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.

Dopo un periodo nelle organizzazioni internazionali (ONU e UE), dove mi sono occupata di comunicazione pubblica, ricerca e analisi statistica, mi sono avvicinata al data journalism e al giornalismo scientifico. Oggi racconto storie data-driven e cerco di spiegare fenomeni in modo chiaro; mi interessa capire e riportare che cosa ci dicono i dati e gli studi clinici, e soprattutto che cosa non ci dicono.

Ho una forte deontologia professionale e credo fermamente nell’importanza del verificare con attenzione le informazioni prima di pubblicarle e nel cercare di riportarle in modo accurato, per quanto possibile. Allo stesso modo, se mancano i dati o non c’è chiarezza su un determinato fenomeno, cerco di darne conto in modo trasparente.

Mi definisco giornalista sulla base di quello che faccio (scrivo articoli che vengono pubblicati da un giornale), ma non sono iscritta all’albo, e pertanto, secondo la definizione italiana, non sono una giornalista professionista.

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Contatti

Più nel dettaglio…


Giornalismo e comunicazione

Nel 2015 ho trascorso qualche mese come tirocinante presso la redazione di TPI. Scrivevo articoli di cronaca, soprattutto internazionale, pubblicavo breaking news e aggiornavo i canali social del giornale (all’epoca principalmente Facebook). La redazione era composta da poche persone al tempo, l’atmosfera ricordava quella di una start-up e, proprio come alcune di queste, TPI è cresciuto molto velocemente. È stata un’esperienza bellissima e ho imparato molto. Da allora continuo a scrivere per TPI come collaboratrice esterna, e i miei articoli compaiono sia online che sul settimanale cartaceo.

Nel 2016, subito dopo la laurea magistrale, ho svolto un tirocinio presso l’ufficio di comunicazione pubblica ONU a Bruxelles. Lì ho continuato a scrivere articoli su notizie di affari internazionali quotidianamente, soprattutto in italiano e a volte in inglese; ho condotto interviste, organizzato eventi e gestito gli account social. Mi sono poi spostata in un’altra agenzia ONU per il controllo della droga e la prevenzione del crimine ****a Vienna. Il mio ruolo era più scientifico: svolgevo ricerca e analizzavo dati per poi contribuire alla scritture di report ufficiali. Tra le altre cose, mi sono occupata di monitorare le politiche antidroga di vari Paesi e aggiornare il sito del nostro dipartimento.

Oggi lavoro come freelance, scrivendo articoli di approfondimento dove di solito i dati ricoprono un ruolo importante (quelli che potremmo chiamare articoli data-driven). Cerco di scrivere in modo accurato, chiaro, trasparente e accessibile - pur riconoscendo che il giornalismo è sempre, per forza di cose, una semplificazione della realtà.

Per la visualizzazione dei dati utilizzo Flourish, Datawrapper, Infogram ed Excel, e occasionalmente Canva per le infografiche; per l’analisi dei dati Excel e R.

Economia

Dal 2019 lavoro anche come economista. Mi occupo del settore sanitario, svolgendo soprattutto analisi costi-benefici e budget impact, con clienti nel mondo della farmaceutica, organizzazioni no profit ed enti statali. Sono responsabile progetto, il che comporta coordinare e supervisionare il lavoro di altre 3-6 persone, a seconda del team, e in generale gestire tutti gli aspetti del progetto (revisionare il lavoro per garantirne la qualità, monitorare il budget e le timelines eccetera). Molti dei miei progetti riguardano la salute globale, e ho lavorato spesso alla creazione di modelli che studiano e cercano di prevedere (e quindi prevenire) la trasmissione di HIV.

Gli studi e il lavoro da economista mi hanno permesso di sviluppare alcune conoscenze tecniche importanti per il data journalism, sia a livello matematico e statistico che per quanto riguarda l’utilizzo di software e piattaforme per la visualizzazione dei dati. Più in generale, ho imparato a comunicare e spiegare concetti tecnici e complessi in modo chiaro, rivolgendomi a chi non ha le stesse conoscenze specifiche.

Nell’ambito del mio lavoro di economista ho pubblicato diversi articoli scientifici in inglese, lingua in cui scrivo e che parlo correntemente.

Formazione

Ho studiato scienze politiche e relazioni internazionali alla LUISS Guido Carli di Roma (laurea triennale e magistrale), e ho trascorso alcuni periodi di studi all’estero tramite scambi bilaterali, prima a Singapore e poi per un anno negli Stati Uniti, alla University of Pennsylvania. In seguito mi sono specializzata in economia e salute pubblica, conseguendo un master alla London School of Economics. Ho sempre avuto voti molto alti perché amo studiare e imparare nuove cose. Anche per questo ho deciso di ampliare la mia formazione giornalistica, e ho completato un executive master in giornalismo a cura del Corriere della Sera (RCS Academy). La mia inchiesta sul lavoro e lo sfruttamento degli etichettatori di dati per l’intelligenza artificiale è stata selezionata come miglior videoreportage del corso.

Infine

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Sono nata in Liguria e cresciuta a mare, focaccia e libri: con due genitori e un fratello maggiore che leggevano senza sosta, è stato solo naturale per me diventare altrettanto appassionata, e altrettanto miope - nel senso letterale della parola, sono una talpa.

Da quando ho 19 anni mi sono spostata molto (ho vissuto in otto Paesi diversi sparsi in tre continenti) e dal 2022 vivo a Zurigo. Parlo inglese, spagnolo e francese - sul tedesco ci stiamo lavorando.